1. Le radici del conflitto
Per capire la guerra in Vietnam riassunto delle sue cause, dobbiamo tornare agli anni della decolonizzazione post-Seconda Guerra Mondiale. Il Vietnam era una colonia francese e, dopo anni di lotta, la vittoria dei Viet Minh (movimento nazionalista e comunista guidato da Ho Chi Minh) a Dien Bien Phu nel 1954 segnò la fine del dominio francese.

Accordi di Ginevra del 1954
Gli Accordi di Ginevra del 1954 divisero temporaneamente il Vietnam in due parti: il Nord, con capitale Hanoi, sotto il controllo comunista di Ho Chi Minh, e il Sud, con capitale Saigon, sotto un regime semi-dittatoriale guidato da Ngo Dinh Diem, sostenuto dagli Stati Uniti. L'obiettivo era tenere elezioni per riunificare il paese, ma queste non avvennero mai, poiché gli USA e Diem temevano una vittoria comunista. Questo fu il vero inizio guerra in Vietnam, alimentato dalla paura del "effetto domino" – l'idea che se un paese del Sud-Est asiatico fosse caduto in mano ai comunisti, anche i vicini avrebbero seguito. Le guerra in Vietnam cause erano dunque profondamente radicate nel contesto della Guerra Fredda e nella lotta globale tra capitalismo e comunismo. La storia della guerra in Vietnam non può essere compresa senza analizzare queste dinamiche iniziali.
2. L'escalation Americana e la brutalità del conflitto
Nei primi anni '60, l'influenza comunista nel Sud Vietnam, guidata dal Fronte di Liberazione Nazionale (Viet Cong), crebbe rapidamente. Il regime di Diem, impopolare e corrotto, non riusciva a contenere l'insurrezione. Gli Stati Uniti, che già nel 1955 avevano inviato i primi militari a supporto del Vietnam del Sud, intensificarono il loro coinvolgimento. Inizialmente con aiuti finanziari e consiglieri militari, ma la situazione precipitò.

Nel novembre 1963, Ngo Dinh Diem fu deposto e ucciso in un colpo di stato sostenuto dagli USA. Pochi giorni dopo, il presidente americano guerra Vietnam, John F. Kennedy, morì assassinato, e Lyndon B. Johnson prese il suo posto. Fu Johnson a intensificare drasticamente l'impegno degli Stati Uniti. Dopo un presunto attacco a due cacciatorpediniere americane nel Golfo del Tonchino nel 1964, Johnson ordinò bombardamenti sul Vietnam del Nord. Dal 1965, con l'arrivo della Terza Divisione dei Marines a Da Nang, gli Stati Uniti entrarono ufficialmente e massicciamente in guerra. La guerra del Vietnam inizio in questa fase segnò l'apice del coinvolgimento diretto statunitense.
La guerra del Vietnam divenne un conflitto brutale, caratterizzato da tattiche di guerriglia da parte dei Viet Cong, che evitavano scontri diretti e si mimetizzavano nella giungla, rendendo difficile per l'esercito americano identificare il nemico. L'esercito americano, addestrato per la guerra convenzionale, si trovò spiazzato. Le truppe furono costrette a operare con continue missioni di "Search and Destroy" (cerca e distruggi) tramite elicotteri, poiché il terreno avverso rendeva i movimenti a terra estremamente difficili.

NICK UT, Napalm Girl, Vietnam, 1972 - Tra i bambini c’è Kim Phuc, nove anni, una ragazzina completamente nuda ustionata dal componente tossico dell’ordigno.
Per combattere i Viet Cong, gli Stati Uniti ricorsero all'uso di armi chimiche devastanti come il Napalm (per distruggere foreste e nascondigli) e l'Agente Arancio (un defoliante contenente diossina che avvelenò la popolazione civile, l'ambiente e gli stessi soldati americani, lasciando un'eredità di malattie e malformazioni ancora oggi). Le truppe americane subirono un calo di morale notevole, aggravate da una diffusa impopolarità della guerra in patria e dall'inaffidabilità dell'esercito del Vietnam del Sud.
3. La svolta del 1968 e il Movimento di Protesta
Il gennaio 1968 segnò un punto di svolta con l'Offensiva del Tet, il Capodanno buddista vietnamita. I Viet Cong lanciarono attacchi coordinati su tutto il fronte, colpendo le principali città del Vietnam del Sud. Sebbene non portò a significativi successi militari per i comunisti, l'Offensiva del Têt dimostrò l'incapacità americana di creare un'alternativa credibile ai comunisti e spinse Washington a riconsiderare il proprio impegno.

Offensiva del Tet
Le immagini crude della guerra, trasmesse in televisione e pubblicate sui giornali, scossero profondamente l'opinione pubblica mondiale. Il Vietnam fu la prima guerra "televisiva", mostrando la cruda realtà dei civili colpiti e la brutalità del conflitto. Questo alimentò un crescente movimento di protesta in Occidente, specialmente tra i giovani, che si ribellavano contro la società consumistica e le convenzioni sociali. Nelle università americane, proteste e sit-in erano all'ordine del giorno, e la renitenza alla leva si diffuse, con figure come il pugile Muhammad Ali che rifiutarono di arruolarsi, affermando che la loro coscienza non permetteva loro di combattere una guerra ingiusta.
Di fronte a questa crescente pressione, nel marzo 1968, il quale presidente americano ha iniziato la guerra in Vietnam in termini di escalation massiccia, Johnson, decise di interrompere i bombardamenti sul Vietnam del Nord e annunciò che non si sarebbe ricandidato alle elezioni. La storia della guerra in Vietnam a questo punto entrò in una nuova fase, quella del tentativo di disimpegno.
4. La "Vietnamizzazione" e la fine del conflitto
Nel novembre 1968, Richard Nixon fu eletto presidente con la promessa di porre fine alla guerra. La sua politica, nota come "Vietnamizzazione", prevedeva un graduale ritiro delle truppe americane, lasciando ai sudvietnamiti la gestione del conflitto. Se da un lato Nixon avviò negoziati di pace, dall'altro continuò a sostenere e addestrare l'esercito del Vietnam del Sud e ampliò il teatro delle operazioni militari, intensificando i bombardamenti su Laos e Cambogia per interrompere la "pista di Ho Chi Minh", una via di rifornimento per i Viet Cong.

Pista di Ho Chi Minh
La guerra vietnam in breve fu una tragica dimostrazione dei limiti della potenza militare di fronte a una resistenza determinata. Dopo un'ultima, devastante campagna di bombardamenti su Hanoi, nel gennaio 1973, gli Stati Uniti firmarono un accordo di pace con il Vietnam del Nord a Parigi. L'intesa prevedeva un cessate il fuoco e il ritiro completo degli americani dalla regione. Il 29 marzo 1973, le ultime truppe dell'esercito americano lasciarono il Vietnam del Sud.
Tuttavia, il conflitto non terminò lì. Il 30 aprile 1975, i Viet Cong entrarono a Saigon, capitale del Vietnam del Sud, segnando la fine definitiva della guerra e l'unificazione del paese. Le immagini degli elicotteri che evacuavano frettolosamente le persone dal tetto dell'ambasciata americana a Saigon sono diventate un simbolo iconico della sconfitta e del drammatico ritiro americano.
5. Un'eredità duratura e lezioni per il futuro
La storia della guerra in Vietnam è un monito sulla complessità dei conflitti e sulle loro profonde conseguenze. La guerra è costata oltre 3 milioni di vite tra Vietnam, Laos e Cambogia, e circa 58.000 soldati americani. Ha lasciato una macchia indelebile sul prestigio degli Stati Uniti, dimostrando che un popolo determinato può mettere in ginocchio la più potente macchina militare del mondo. L'Occidente, dopo il Vietnam, non sarebbe più stato lo stesso.

3 milioni di vite perse e conseguenze a lungo termine
Il quale presidente americano ha iniziato la guerra in Vietnam in senso di coinvolgimento massiccio fu Johnson, ma la storia della guerra in Vietnam ha radici molto più profonde, affondando nella decolonizzazione e nella Guerra Fredda. Questo conflitto ha evidenziato i limiti della potenza militare e l'importanza di comprendere le complesse dinamiche culturali e politiche di una nazione.
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