1. Cosa mangiare a Sapa
1.1. Thang Co (la zuppa dei H’Mong)
Il Thang Co è uno di quei piatti che dividono: o lo ami, o lo eviti al primo odore. Nato oltre 200 anni fa tra la comunità H’mong, è considerato il piatto più tipico di Sapa e, nonostante la fama di “cibo difficile” per via del suo aroma molto intenso, conquista ogni anno tanti viaggiatori curiosi.

Il nome significa letteralmente “zuppa cotta in una grande padella”, e non è un caso: la ricetta prevede infatti che la carne, le ossa, il sangue e perfino gli organi del cavallo vengano cucinati lentamente insieme a più di venti erbe aromatiche. Tra queste spiccano cardamomo, citronella, zenzero, anice stellato e cannella, che creano un sapore unico, forte, quasi selvatico, che racconta l’essenza della vita di montagna.
In passato il Thang Co non era un piatto da tutti i giorni: veniva preparato solo in occasione di grandi feste, come il Tết (il Capodanno vietnamita) o le celebrazioni del raccolto. Oggi invece, grazie al turismo, è diventato molto più accessibile e lo si trova facilmente nei mercati locali e nei ristoranti di Sapa. Assaggiarlo significa fare un vero e proprio viaggio nel tempo e nella cultura delle minoranze etniche, con un piatto che non lascia indifferenti.
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1.2. Thit lon cap nach (il maiale portato “sotto braccio”)
A Sapa i maiali non vivono chiusi nei recinti, ma crescono liberi, vagando tra i giardini e i boschi in cerca di cibo. È proprio questa vita allo stato brado a rendere la loro carne così particolare: dolce, tenera e con un sapore che non troverai altrove.

Il piatto prende un nome curioso: Thịt lợn cắp nách, che in italiano si tradurrebbe come “maiale portato sotto l’ascella”. Si chiama così perché, un tempo, i venditori portavano i piccoli maiali al mercato tenendoli sotto il braccio, e i compratori facevano lo stesso per riportarli a casa.
Oggi questa specialità si gusta soprattutto alla griglia o arrosto. Il metodo più tradizionale è cuocere la carne direttamente sul carbone ardente: la pelle diventa croccante e profumata, mentre all’interno la carne rimane succosa, morbida e straordinariamente saporita. Un assaggio che racconta l’anima autentica delle montagne del nord del Vietnam.
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1.3. Com Lam (il riso nel bambù)
Il Com Lam è uno dei piatti più semplici ed economici che si possano assaggiare a Sapa, ma al tempo stesso è tra i più affascinanti per la sua storia. “Com” significa riso, mentre “Lam” è un termine della minoranza Thai che indica il metodo di cottura sul fuoco. Non si tratta quindi di un normale riso fritto, bensì di un riso glutinoso cotto all’interno di tubi di bambù, un espediente nato secoli fa quando le popolazioni del Vietnam nord-occidentale vivevano in condizioni di estrema povertà e non disponevano nemmeno di pentole.

Il procedimento è ingegnoso: i tubi di bambù vengono riempiti con riso appiccicoso già salato e acqua, poi sigillati con foglie di banana fresche. Successivamente, i tubi vengono messi sul fuoco e girati lentamente fino a che il riso non risulta ben cotto, morbido e profumato del leggero aroma di bambù.
Oggi il Com Lam si gusta di solito accompagnato da sesamo tostato con sale, spiedini di pollo o carne di maiale grigliata. È un piatto che conquista con la sua semplicità: basta un morso per sentire il contrasto tra il profumo affumicato del bambù e la dolcezza naturale del riso. Non sorprende che molti viaggiatori, dopo averlo provato, desiderino portarsene un po’ a casa come ricordo del loro viaggio tra le montagne di Sapa.
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1.4. Thit trau gac bep (il bufalo affumicato)
Thit trau gac bep, che in vietnamita significa letteralmente “carne di bufalo appesa in cucina”, non è solo un piatto tipico di Sapa, ma una vera testimonianza della vita delle popolazioni locali. Questo metodo di conservazione nasce dall’esigenza pratica di avere carne durante i lunghi mesi di pioggia, quando caccia e allevamento diventavano più difficili.

Nelle case dei Thai neri, i pezzi di bufalo vengono marinati con sale, pepe, aglio e zenzero, e poi appesi sopra il focolare domestico. Il calore e soprattutto il fumo del fuoco li essiccano lentamente, impregnando la carne di un profumo affumicato inconfondibile. Può rimanere lì sospesa anche otto mesi o un anno intero, pronta per essere calata e cucinata quando serve.
A prima vista, all’esterno la carne appare scura, quasi nera, ma tagliandola rivela un rosso intenso che conserva tutta la sua forza. Al primo morso potresti trovarla un po’ dura, ma basta lasciarla sciogliere in bocca per sentire la dolcezza che rilascia, insieme a quelle note speziate che raccontano secoli di tradizione.
È un piatto che parla di resistenza, ingegno e cultura: un assaggio di Thit trau gac bep è come fare un salto nel tempo dentro le cucine di montagna del nord del Vietnam.
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1.5. Men men (il mais al vapore)
Il men men è forse uno dei piatti più semplici ma anche più identitari del popolo H’Mong, un cibo che nasce dal mais e racconta la vita quotidiana delle montagne. Prepararlo non è affatto banale: richiede pazienza e mani esperte, perché ogni passaggio deve essere seguito con attenzione.

Il mais al vapore
Dopo il raccolto, le pannocchie vengono macinate per eliminare la grana. Un tempo era un lavoro lungo e faticoso, fatto a mano con strumenti rudimentali; oggi le macchine hanno reso questo compito più veloce, ma il significato rimane lo stesso. La farina ottenuta viene mescolata con un po’ d’acqua e scaldata in padella, fino a raggiungere la giusta consistenza.
A differenza di molti altri piatti, il men men viene cotto al vapore due volte. Questo procedimento, apparentemente semplice, è in realtà ciò che gli dona la sua consistenza soffice e quel gusto dolce e delicato che lo rendono unico. Tradizionalmente viene servito insieme a un brodo di ossa o a una zuppa di zucca, che ne esaltano i sapori e lo trasformano in un pasto nutriente e confortante, perfetto per affrontare i rigidi inverni di montagna.
1.6. Ga Den (il pollo nero)
A Sapa anche i polli vivono liberi, proprio come i maiali allevati dalle famiglie locali. Non vengono mai rinchiusi, ma crescono correndo tra i campi e nutrendosi di ciò che trovano nella natura. È forse per questo che la loro carne è così profumata e saporita, diversa da qualsiasi altra tu possa assaggiare. Si tratta dei famosi polli neri di Sapa, piccoli – raramente superano 1,2 chili – ma inconfondibili per il piumaggio scuro e setoso.

La loro carne, compatta e leggermente dolce, si presta a tante preparazioni: fritta, bollita o cotta al vapore. Ma se vuoi un consiglio da chi li ha assaggiati sul posto, non perderti la versione alla griglia. Prima la carne viene marinata con miele, poi adagiata direttamente sulla brace viva: il profumo invade l’aria e il gusto che ne risulta è unico, un perfetto equilibrio tra la dolcezza del miele e l’intensità della carne affumicata. Un piatto semplice, ma capace di raccontare tutta l’anima autentica della cucina di montagna di Sapa.
1.7. Con Sui (il pho “asciutto”)
Se vi trovate a Sapa e volete provare qualcosa di diverso dal solito pho, non perdetevi il cuon sui, conosciuto anche come pho khan. Questo piatto nasce dalla tradizione della comunità cinese locale ed è una vera sorpresa per chi ama i sapori autentici.

Il Pho asciutto
Appena lo ordinate in un ristorante, vi porteranno davanti una ciotola di spaghetti di riso condita con scalogni croccanti, erbe fresche della montagna, arachidi tostate, manzo tenero e un mix profumato di spezie come pepe e peperoncino. Accanto, non manca mai una piccola ciotola di salsa saporita che sostituisce il brodo classico del pho. Ed è proprio questa la differenza più evidente: mentre il pho tradizionale è una zuppa fumante, il cuon sui si gusta “a secco”, arricchito poco a poco dalla salsa che viene versata sopra gli spaghetti.
Il bello è che puoi dosare tu stesso i condimenti: aggiungi la salsa poco per volta, mescola, assaggia, e se ami i sapori decisi, non dimenticare un tocco di peperoncino. Con il clima fresco di Sapa, quel pizzico di piccante diventa quasi un abbraccio caldo che ti scalda subito.
Il cuon sui non è solo un piatto: è un assaggio della vita quotidiana delle comunità locali, semplice ma capace di raccontare storie attraverso i suoi sapori.
1.8. Mac Cop (la pera di montagna)
A Sapa c’è un frutto che sorprende chiunque lo assaggi per la prima volta: il Mac Cop, una piccola pera selvatica che cresce spontanea nelle foreste delle montagne circostanti. Il periodo migliore per trovarla è settembre, quando i contadini locali raccolgono questi frutti direttamente dagli alberi, spesso ancora immersi nella nebbia mattutina tipica della regione.

A prima vista il Mac Cop può sembrare poco invitante: è più piccolo rispetto alle pere a cui siamo abituati e non ha un aspetto particolarmente elegante. Ma non lasciarti ingannare dall’apparenza. Basta un morso per scoprire una polpa succosa, dal gusto fresco e particolare, che unisce dolcezza e una leggera nota aspra davvero piacevole.
Oltre a essere delizioso, il Mac Cop è anche un concentrato di benefici per la salute. Favorisce la digestione, migliora l’assorbimento dei nutrienti e, secondo la tradizione locale, contribuisce a rafforzare il sistema immunitario. Viene anche apprezzato per le sue proprietà nel ridurre il rischio di alcune malattie legate al sangue e al fegato.
Per i viaggiatori, portare a casa un cesto di Mac Cop non è solo un regalo originale e genuino per amici e familiari, ma anche un modo per condividere un pezzetto autentico della cultura di Sapa.
1.9. Ruou Tao Meo (il vino di mela selvatica)
Il Tao Meo è molto più di un semplice vino: è una tradizione che nasce dal popolo Hmong e che ancora oggi accompagna la vita quotidiana di Sapa e delle montagne del Vietnam nord-occidentale. Si ricava da una piccola mela selvatica che cresce spontaneamente sulle pendici del massiccio di Hoang Lien Son, raccolta tra agosto e ottobre, quando i frutti raggiungono la loro maturità migliore. In quel periodo puoi trovare i Tao Meo freschi nei mercati locali, anche se la maggior parte viene destinata alla produzione del vino.

Il vino di mela selvatica
La preparazione segue un metodo antico e paziente: le mele vengono lavate, immerse in acqua e lasciate a fermentare sotto copertura per giorni, fino a trasformarsi lentamente in un nettare dal gusto unico. Dopo 6-8 mesi di fermentazione, si ottiene un vino dal sapore intenso, naturale e inconfondibile, che racchiude l’essenza della montagna e la maestria degli artigiani locali. Assaggiarlo significa sorseggiare un pezzo di Sapa, con i suoi paesaggi, i suoi profumi e le sue storie.
Il bello della cucina e delle tradizioni gastronomiche di Sapa è che non si tratta mai soltanto di cibo. Dietro ogni piatto e ogni bicchiere ci sono mani pazienti che lavorano, famiglie che tramandano ricette, montagne che offrono i loro frutti e comunità che resistono alle difficoltà. Per questo, un viaggio qui non è soltanto un’esperienza culinaria, ma anche un incontro con la cultura e con l’anima della gente del posto.
Visita Sapa, lasciati incuriosire, assaggia i suoi cibi unici e brinda con un calice di Tao Meo. Sono esperienze così, autentiche e irripetibili, che trasformano un semplice pasto in un ricordo indimenticabile.
1.10. Mam Da (la verdura che si trova solo d’inverno)
La Mam Da è una verdura stagionale che si trova solo da novembre a marzo, seguendo il calendario lunare, e proprio per questo è considerata una prelibatezza rara a Sapa. Il suo gusto ricorda quello dei broccoli cinesi, ma con un profumo più delicato e una dolcezza naturale che conquista al primo assaggio.

I locali la cucinano in modi semplici ma saporiti: spesso viene bollita e servita con salsa di pesce e uovo, oppure saltata in padella con sesamo per esaltarne l’aroma. Quando viene bollita, la sua dolcezza si scioglie nell’acqua, trasformandola in un brodo leggero e profumato. Se invece viene fritta insieme alla carne di bufalo, rilascia un sapore che penetra nella carne e la rende ancora più gustosa. Insomma, un piatto umile ma sorprendente, che racconta molto dell’autenticità della cucina di montagna.
2. Dove provare i piatti di Sapa
Puoi assaggiare queste specialità nei mercati locali o nei piccoli ristoranti a conduzione familiare. Il mercato centrale di Sapa è un ottimo punto di partenza, dove puoi vedere come i piatti vengono preparati davanti a te. Un’esperienza che vale tanto quanto il gusto stesso.

3. Consigli pratici
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Porta con te vestiti caldi: il clima di Sapa può essere freddo, specialmente la sera.
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Non temere di sederti nei piccoli chioschi: spesso lì troverai i sapori più autentici.
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Abbina i piatti con il Ruou Tao Meo per un’esperienza completa.

Scoprire cosa mangiare a Sapa significa entrare nel cuore della sua cultura, tra piatti che parlano di montagna, comunità etniche e tradizioni secolari. Ogni assaggio è un viaggio nel tempo e nello spazio, che arricchisce il tuo viaggio in Vietnam di emozioni autentiche. Se ami la cucina genuina, includi Sapa nel tuo itinerario: qui i sapori non sono solo cibo, ma racconti vivi di un popolo e della sua storia.
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